4 dicembre 2009 ore 2 della mattina, partenza.
La sera prima preparo tutto, l’adrenalina sale mentre si avvicina l’inizio della missione.
Alle 1 suona la sveglia e in men che non si dica mi ritrovo fuori casa ad aspettare il mio compagno di cabina che mi porterà all’appuntamento con il resto della squadra.
Ci siamo: fra strette di mano e saluti, qualche ricordo con i vecchi compagni di passate missioni e gli sguardi raggianti dei nuovi compagni: si parte. Prima tappa Prato, il camion a pieno carico è lì ad aspettarci per partire.
Facciamo il pieno di gasolio e finalmente partiamo, prossima tappa Porto di Bari, partenza effettiva ore 3.30 arrivo presunto ore 13.00.
Il viaggio scorre tranquillo anche se sotto una pioggia battente che ci accompagna fino a Benevento e poi ci seguirà fino a Bari.
Sono le 12.30 e il nostro Volvo FH12 entra nel porto di Bari.
Ci sono delle pratiche doganali da sbrigare prima di imbarcarsi, comunque l’imbarco è previsto per le ore 20.
Intanto nell’attesa, come i veri camionisti, ci buttiamo in branda per riposare un po’ prima della impegnativa manovra di imbarco.
Dopo il meritato riposo, mentre i nostri compagni sbrigavano le procedure doganali necessarie per lasciare l’Italia, alle 20 cominciano le operazioni di imbarco: prima vengono caricate tutte le auto poi i furgoni, tra cui il pulmino CRI dei nostri compagni di viaggio, i camioncini ed infine i camion.
La nave è piena e i nostri compagni salgono subito a bordo ad aspettarci. Le operazioni di imbarco si protraggono fino a tardi e noi autisti riusciamo a salire sulla nave solo a mezzanotte, il tempo di prendere possesso della cuccetta e via a cena.
Il traghetto si staccherà dal molo alle 1.30 di notte, quando noi ormai siamo già in branda a riposare, il mare è una tavola ed è un gioco da ragazzi cadere tra le braccia di Morfeo.
La mattina seguente con un’ora di ritardo sulla tabella di marcia sbarchiamo a Durazzo dove ci attende di nuovo la burocrazia doganale. Ci rendiamo presto conto che la velocità e la frenesia è meglio rispedirle in Italia.
Finalmente dopo due ore e un milione di fogli partiamo per Tirana, non prima però di aver fatto l’assicurazione, dato che il 95% delle compagnie non copre questo territorio.
Il viaggio scorre veloce e senza problemi fino a Tirana, qui di nuovo dobbiamo ri-fare la dogana, dato che in Albania c’è la particolarità di dover passare attraverso la dogana quasi in ogni città.
Si è fatta l’ora di pranzo e non siamo ancora a niente così parcheggiamo il Bestione in un’area di parcheggio grossa quanto un fazzoletto e ci dirigiamo a pranzare in attesa dell’ennesimo, e speriamo ultimo, incartamento.
Alle 15 siamo nuovamente in marcia verso il magazzino della Croce Rossa di Tirana dove il nostro carico di 30 bancali verrà scaricato, diviso e di nuovo distribuito a chi ne ha bisogno.
Dopo l’ennesima impegnativa manovra per entrare nel magazzino lo scarico avviene molto velocemente grazie al muletto di cui è dotata la Croce Rossa.
Una volta vuotato il nostro Volvo e fatta qualche foto di rito partiamo alla volta di Lezha vera meta finale del nostro viaggio, non raggiunta con il materiale per problemi doganali e burocratici.
Il camion viene lasciato nel magazzino sorvegliato di Tirana, sarebbe infatti troppo ingombrante per la cittadina di Lezha ma soprattutto per la “strada” di collegamento in pieno rifacimento (50 km da urlo, con tratti di strada nuova alternata alla vecchia e a tratti di sterrato!).
Alle 18 arriviamo al nostro albergo dove, dopo una doccia, scendiamo a cena. Il posto è magnifico, lo chef infatti combina i sapori della cucina Italiana a quelli della cucina Albanese. Grazie alla sua notevole esperienza (più di dieci anni nelle cucine dei ristoranti del Lago di Garda) riesce a fondere il meglio delle due tradizioni culinarie per la gioia dei nostri palati.
La domenica mattina ci aspettano alla sede della Croce Rossa di Lezha, qui conosciamo tutti i volontari che ne fanno parte e dopo aver rilasciato due interviste, una per la televisione locale e una per quella nazionale, i nostri colleghi albanesi ci portano a visitare il Centro di formazione sartoriale pensato per le donne di Lezha. Qui vengono organizzati corsi di cucito che permettono alle donne di trovare un lavoro professionale presso le aziende locali.
I locali e le macchine da cucire sono stati finanziati dalla Croce Rossa Spagnola, mentre noi, Croce Rossa Italiana, abbiamo contribuito portando i materiali necessari allo svolgimento dei corsi che hanno una durata trimestrale.
Ci hanno fatto visitare anche il Centro per anziani dove giornalmente gravitano circa 300 persone. Qui possono ritrovarsi e giocare a carte, a dama, a domino, ma non solo: la Croce Rossa locale organizza anche gite e numerose iniziative.
La nostra visita turistica è proseguita sulle rive paludose del mare dove in un altro ottimo ristorante abbiamo assaggiato le specialità Albanesi.
Discutendo e confrontandoci il tempo è volato e abbiamo fatto l’ora stabilita per il rientro.
Salutato e ringraziato tutti per il calore dimostratoci, rientriamo verso Tirana per riprendere il Volvo parcheggiato nel magazzino CRI e dirigerci verso Durazzo per imbarcarci alla volta di Bari.
Dopo le solite procedure doganali e le solite manovre per far entrare il nostro bestione sul traghetto ci ritroviamo tutti imbarcati verso le 23 di domenica sera.
Nella tranquillità della cabina della nave, i pensieri tornano a quella gente straordinaria che abbiamo conosciuto e a quanto abbiamo fatto, mentre il sonno arriva ad annebbiarci i ricordi.
Sbarchiamo in perfetto orario a Bari e dopo una rapida colazione iniziamo il viaggio di rientro verso Firenze. Solo 900 km ci separano dalla meta, ma non ci spaventano dopo tutte le avventure che abbiamo passato il gruppo è ormai formato e compatto. E già cominciamo a pensare di essere pronti per un nuovo obbiettivo…
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Viaggio Umanitario Albania 4-8 dicembre 2009 |
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