Scritto dal Commissario del Comitato, Francesco Pasquinucci
Martedì 13 luglio è morta a Cosenza una bimba appena nata. Un reparto di ostetricia chiuso dai Nas nel 2009 ed un’ambulanza che non c’è. Sono le premesse da cui origina un nuovo caso di malasanità in Calabria con la morte di una neonata nell’ospedale di Rossano. I genitori dilaniati dal dolore accusano: “l’Italia come il terzo mondo..” Questa notizia mi ha molto scosso e fatto pensare: forse anche perché sono padre di una piccola di tre mesi che guardo ogni giorno crescere e ogni suo sorriso mi fa stare bene. Poi penso: a Firenze potrebbe accadere quanto successo in Calabria? Mi riferisco alla mancanza di ambulanze: ebbene, non saprei cosa rispondere. Talvolta le persone che non sono del “nostro settore”, che non praticano volontariato, non si rendono conto di quanto difficile sia, la situazione in Firenze. Le ambulanze sono gestite esclusivamente dal volontariato come da sempre è stato: questo fa grande onore a tutti coloro che passano notti insonni o dedicano le feste agli altri stando di turno. Ma se tutti i volontari, domenica prossima per esempio, decidessero di andare al mare? D’altronde è estate e il pensiero di stare una domenica pomeriggio al caldo in associazione non attrae nessuno. In questo caso, chi svolgerebbe tutti i servizi che giornalmente vengono svolti in silenzio e molto spesso senza gratitudine dimostrata? Perché non si parla solo del sistema di Emergenza che viene gestito dal 118 (importante e insostituibile strumento) e che è presente sul territorio solo con medici e infermieri; ma anche di tutti quei servizi più “comuni e ordinari” come le visite diagnostiche o le dimissioni, il trasporto di referti medici (T.A.C.) o di sacche di sangue per le trasfusioni. Tutto il sistema definito “su ruota”, si muove appunto grazie al volontariato: a Firenze come in Toscana non ci sono ambulanze di proprietà delle ASL. In quelle regioni dove per tanti motivi (il lavoro per esempio), il volontariato è precario e il sistema è quindi in mano alle ASL, le risorse sono di molto inferiori e quindi può accadere anche che l’ambulanza non arrivi. E qui? Negli ultimi anni, la diminuzione del lavoro, la vita frenetica, non fanno che togliere alle persone le ore in più che in passato potevano dedicare al volontariato. Incertezza economica, figli da guardare, lavoro fino a tardi, non fanno altro che spossare le persone rendendole talvolta insensibili alle tematiche del sociale. Molto spesso mi sento dire che è più semplice e veloce dare 10 euro in offerta che fare un’ora di volontariato. Non che le offerte vengano disdegnate (al contrario!), ma i volontari sono sempre meno ovunque, in tutte le associazioni. Come dentro ad una vasca con un rubinetto che butta poca acqua e un grosso buco sul fondo, il numero di nuovi volontari spesso non riesce a sopperire al numero di quelli che per un motivo o per un altro, smettono o si allontanano dall’associazione. Il mio è quindi un appello: una richiesta di aiuto a nome di tutti i volontari di ogni associazione. Provate ad entrare nell’associazione più vicina a casa vostra: che sia Croce Rossa, Misericordia, Pubblica Assistenza, non importa. Firenze è piena di “occasioni” dove poter fare del bene. Vi renderete conto che non sono luoghi di sofferenza e di fanatici della sirena come alle volte può sembrare; sono invece luoghi di ritrovo dove è bello vedersi e fare due chiacchere dal vivo e non in chat, dove si vede un film, si mangia un gelato e si fa una partitina a carte. La domenica c’e’ l’occasione di vedere la partita tutti insieme e tifare viola. Questo è il periodo del cocomero mangiato alle 10 di sera, delle grigliate e del gavettone. Se poi c’e’ da uscire, ci si risistema, si fa i seri, ci impegniamo al massimo per dare il meglio e al ritorno, se è già mattina, si va a fare colazione al bar sperando che non chiamino più. Spero quindi di aver convinto almeno uno di voi lettori: fate sì che l’Italia non sia un paese dove l’ambulanza non è arrivata.