Livellodi vaccinazione dei bambini in eta’ scolare molto basso, bruttecondizioni di vita, “In Uganda ho visto situazioni migliori”. Cosi’Massimo Barra, presidente della Croce Rossa italiana riassume all’Agilo stato del censimento degli abitanti dei campi nomadi di Roma.
Sopitele polemiche delle scorse settimane il lavoro prosegue e si concludera’come previsto alla meta’ di ottobre: “Ce la faremo”, dice Barra.
Perora i volontari si stanno occupando degli insediamenti irregolari e ditutte quelle persone invisibili che spesso vivono in condizioni didegrado inimmaginabili: “Recentemente sono andato a visitare un gruppodi donne sieropositive che vivono alla periferia di Kampala, le hotrovate in una condizione migliore”, spiega Barra
L’identificazione va avanti secondo la procedura stabilita.
Ainomadi viene chiesto di compilare con l’aiuto dei volontari unasemplice scheda: nome, cognome, eta’, sesso, nazionalita’, vaccinazionieffettuate. A tutti viene consegnato un tesserino che da’ diritto aprestazioni sanitarie gratis nei due ambulatori della Cri di Roma.
Gliuomini e le donne della Croce rossa sono accolti con simpatia, i rom sifidano di loro. “Il ‘modello Roma’, sta funzionando – spiega ancoraBarra – e presto potrebbe essere preso in ‘prestito’ anche in altripaesi europei, come la Francia”. I nomadi sanno di non averealternative alla vita negli accampamenti e “chiedono di non esseresballottati da una parte all’altra della citta’” e assistenza
Ilprogetto per l’immediato futuro e’ quello di istituire dei presidifissi della Cri nelle baraccopoli: “In alcuni casi sono i servizi chedevono andare incontro alle esigenze di chi ha bisogno – dice ancoraBarra – . Chi e’ disorientato, chi e’ ai margini, per una lunga seriedi motivi spesso non si rivolge alle strutture sanitarie pur avendonetutti i diritti. Le task force hanno funzionato a Torino nel 2006 nonvedo perche’ non debbano funzionare anche a Roma”
L’identificazionedei nomadi prosegue. A nessuno sono state prese le impronte digitali:”Ci mancherebbe che la Croce Rossa si metta a fare la polizia, noicontinuiamo a fare il nostro lavoro che e’ quello dell’aiuto umanitarioe assistenziale”, conclude Barra. (AGI)