Si ricorda oggi, a 10 anni di distanza, il terremoto che ha colpito l’Umbria e le Marche.

Numerose le manifestazioni organizzate dalle Autorità, fra le tante la Commemorazione nella palestra di Colfiorito alla presenza del Capo dello Stato, Presidente del Consiglio, e probabilmente anche del Presidente della Commissione Europea.
Domani partirà invece una tre giorni durante la quale le rappresentanze regionali delle Associazioni di Volontariato torneranno tutte insieme in quei luoghi colpiti dal sisma dove dieci anni fa hanno prestato il loro indispensabile aiuto.
Al riguardo, di seguito, una lettera aperta inviata al Comitato Centrale CRI dal Presidente Regionale CRI Umbria, circa l’intervento della nostra associazione in quella triste occasione. (da www.cri.it)

Il 26 settembre 1997 una forte scossa sismica ferì gravemente l’Umbria e le Marche.

Alcuni gruppi di Volontari di CRI, in esercitazione addestrativa periodica proprio quella notte, intervennero immediatamente per portare soccorso alla popolazione mettendosi a disposizione delle Autorità competenti.

Da quel momento centinaia di Volontari di CRI, provenienti da tutta Italia, prestarono la loro opera di solidarietà, diretta e indiretta, con professionalità, assiduità, costanza. E in silenzio, senza protagonismi e clamori di stampa o attraverso i mezzi di comunicazione di massa.

Da quel momento e fino al 30 aprile 1998 circa  4.500 Volontari di CRI, operativi sul campo, più gli operatori amministrativi e i Quadri ai vari livelli, garantirono, con la loro presenza ad Assisi, Foligno, Nocera Umbra, Gualdo Tadino, Colfiorito, Valtopina, Verchiano, tutte le necessità della popolazione e le esigenze delle Istituzioni Pubbliche.

Al Plateatico di Foligno, campo base della CRI, con operativo un ospedale da campo e un potabilizzatore d’acqua, hanno operato h.24 200 Volontari al giorno.

La CRI mise a disposizione risorse umane qualificate, mezzi e strumentazione all’avanguardia.

Nessun altra Associazione di volontariato istituzionale e non è riuscita a mettere in campo tanto quanto la CRI.

E se ciò non bastasse la CRI effettuò una raccolta fondi di livello nazionale producendo una disponibilità pari a circa 2 miliardi di vecchie Lire che è stata messa a disposizione della popolazione dell’Umbria per realizzare progetti di valenza sociale e umanitaria nei territori di Nocera Umbra, Foligno, Assisi e Gubbio.

E’ bene ricordare che la regione Lombardia si assunse l’onere di gestire autonomamente il campo base di Nocera Umbra e che a fine operazioni donò tutto il villaggio prefabbricato alla popolazione.

Ancora, per la prima volta a conclusione delle operazioni alla sola CRI venne affidato l’arduo e gravosissimo compito di recuperare il materiale del dipartimento di Protezione Civile. E per la prima volta nella storia delle calamità verificatesi in Italia tutto il materiale fu recuperato, invece  di essere disperso come precedentemente si verificò.

I Volontari della CRI furono i primi ad arrivare sui luoghi del disastro e gli ultimi a partire.

Di questo la popolazione ne conserva gelosamente il ricordo con ammirazione e leale apprezzamento. Non altrettanto le Istituzioni pubbliche.

I Volontari della CRI non amano i protagonismi e i riflettori, non amano il palcoscenico e le adunate di massa, ne tanto meno la consegna asettica dei rituali attestati cartacei, confusi tra altri.

Vogliono solo essere ricordati per quello che rappresentano e per quello che sanno fare per attenuare il dolore  di chi colpito da tragedie improvvise si vede perdere i propri cari e la propria abitazione sede di affetti,di valori e di sentimenti antichi.

I Volontari di CRI, senza togliere nulla alle altre migliaia di Volontari che afferiscono ad altre associazioni, hanno maturato la consapevolezza  che sono tra i primi in Italia per qualità e quantità e sanno che il loro intervento, sempre disinteressato, viene prestato con estrema professionalità, serietà e compiutezza.

Tutto ciò per rappresentare all’opinione pubblica e non che nel 1997 tra le macerie, il dolore, il freddo e il fango c’erano soprattutto, a testa alta, i Volontari della CRI“.